Arte, cultura e tradizioni

Sposarsi in Campidano

La tradizione, forte, impegnativa, secolare, viene man mano abbandonata. Qualche frammento però resta. Con piacere

E così solo i banchetti nuziali realizzati tra le mura casalinghe possono considerarsi gli eredi quelli celebrati secoli fa, con una serie di portate che rifuggono la modernità e si ancorano ai ricordi famigliari. Con tutto ciò alcune tradizioni non sono morte del tutto, come quello del gesto dello sposo, che va a prendersi a casa la sposa, per poi compiere da soli il tragitto verso il Comune o la chiesa, insieme, una sorta di anticipazione di quello che sarà la vita insieme.

Le vicine di casa, prima dell’arrivo del futuro marito, si preoccupano di addobbare la porta da dove uscirà la sposa, preparare i caratteristici dolci con le mandorle, insieme a riso ed altre cose. Piccole monetine insieme ad altri oggetti augurali, sono poi lanciati verso la coppia, che sta abbandonando la casa avita. Su tutto viene anche evocata la benedizione da parte del Signore, con ripetuti segni di croce e salmi recitati in lingua. L'ultimo atto è il gettare dei piatti nuovi davanti al cammino degli sposi, piatti che dovranno necessariamente rompersi, per alimentare la benedizione divina e completare il rito propiziatorio, il tutto sospeso tra aspetti folcloristici, popolari ed autenticamente religiosi. La coppia rimane ferma sino a quando tutti i piatti non sono rotti.

Tradizioni, che si stanno sempre più allontanando dai centri abitati, sempre più verso i paesini, le frazioni, lasciate indietro dall'abitudine nuove dei giovani che intendono sposarsi, scegliendo, magari, situazioni più semplici, verrebbe da dire standard, magnificate dalla tv. Non significa però che ancora oggi un qualche piccolo aggancio alla tradizione famigliare e del territorio non sia ben accettata dagli sposi del Campidano.

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