Enogastronomia

La cucina tipica di Muravera

Muravera presenta una serie molto lunga di prodotti enogastronomici. Eccone alcuni, a cominciare dalle Sa Fregula

Gli itinerari turistici hanno sempre più una coda di enogastronomia e Muravera, ed il suo territorio, non fa eccezione, e si presenta con una serie, molto lunga, di specialità, pronte per poter allestire più di un menù completo. La lista dei piatti tipici della cucina muraverana, perché no, può cominciare da un primo come "Sa Fregula", palline di semola, lavorate a mano e che le donne di Muravera fanno ancora oggi nelle proprie cucine, adoperando tecniche di manipolazione, vecchie di secoli, dense di segni rituali. Le palline riescono a diventare, dopo la prima 'lavorazione', di una certa consistenza, pronte per essere abbinate ad altre specialità, per esempio col formaggio e pomodoro, il piatto più semplice, oppure con pesce, e la tradizione della cittadina a circa 50 Km da Cagliari, costa sud-est della Sardegna, parla di anguille, che però non sempre sono disponibili.

E per secondo? Agnello, pecora o maialetto! C’è solo l’imbarazzo della scelta per una zona agricola di tradizione. Se si potesse fare una classifica delle scelta dei muraverani essa cadrebbe sul maialetto, che viene allevato nelle campagne, appositamente per essere messo arrosto. Allo spiedo, per la precisione. Nessuno pensi che questa sia un'operazione facile facile il presentare una pietanza così grande e complessa. Il maialetto deve, intanto, essere ucciso in un modo particolare, per evitare l'intromissione del sangue nel gusto. Poi deve essere guarnito con spezie per indorarlo e renderlo più saporito. Quando l’animale è in fase di cottura ecco che arrivano altri tipi di 'indoratori' come il lardo di maiale che viene fatto gocciare sopra la crosta esterna per darle più sapore e per renderlo anche più lucido, insomma per far godere occhi e palato insieme.

S'è detto delle anguille: sono davvero un secondo tradizionale perché allevate e pescate nelle paludi che fanno da corolla a Muravera: dagli stagni vengono scelte le più grandi, che vengono poi arrostite tra le foglie d’alloro, per togliere loro quel sapore pungente. Un’abbondante salatura e poi in tavola.

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