Artigianato

Le Launeddas

Strumento policalamo tipico della Sardegna, in grado di produrre polifonia, ovvero lo stile compositivo che combina due o più voci indipendenti (vocali e/o strumentali), le "Launeddas" vengono suonate con la tecnica della respirazione circolare o fiato continuo - che consiste nell'accumulo di una riserva d'aria all'interno delle guance, gradualmente espulsa nel momento in cui il suonatore inspira col naso - e sono costruite utilizzando diversi tipi di canne.

Come testimonia il celebre bronzetto itifallico (nuragico) ritrovato a Ittiri e rappresentante presumibilmente un suonatore di Launeddas, l'uso di questo strumento è di origini antichissime e attestato fin dalla preistoria. Molto simili al celebre flauto di Pan, il dio pastore del mondo greco, le "Launeddas" sarde presentano diverse analogie anche con strumenti congeneri, suonati con tecniche simili e presenti sia in Africa settentrionale che in Medio Oriente. 

Rimaste per lo più inalterate nell'aspetto e nelle caratteristiche costruttive, come ad esempio la presenza di tre canne (la più lunga, priva di fori, è denominata "su tumbu", mentre le due canne melodiche sono chiamate "basciu" e "sa mancosa"), le Launeddas scandiscono da secoli i momenti di festa, in particolare nella Sardegna meridionale, tra cui spicca sicuramente la Sagra degli Agrumi di Muravera, accompagnando le danze e i balli collettivi tipici dell'Isola. Il loro repertorio tradizionale è fortemente legato al ballo tradizionale, che a una prima lettura si sviluppa sulla crescente variazione tematica continua di temi noti, is nodas, mentre risulta meno legato all'accompagnamento liturgico delle processioni religiose.

Oggi, dopo una profonda crisi attraversata nel corso degli anni Settanta, l'uso delle Launeddas è particolarmente attivo, anche grazie a un buon numero di costruttori specializzati, tra cui Giulio Pala, Luciano Montisci e Luigi Pilli, e grazie a due grandi suonatori, come i maestri Luigi Lai e Aurelio Porcu, a cui va appunto il merito di aver mantenuto vivo l'uso di tale strumento anche durante gli anni Settanta.

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