La torre dei dieci cavalli di Muravera (Sardegna – Italia)

Infonde un po’ di tristezza non vedere lo sciame dei turisti, che solitamente caratterizzavano questi luoghi, verso le tante perle del Sarrabus, di Muravera. E così è anche per la Torre dei Dieci Cavalli, che rimane lì monumento a se stessa. Per adesso, solo per adesso, si spera, perché l’opera è bella architettonicamente ma anche piena di storia, la storia di un posto di mare, sottoposto alle incursioni dei pirati arabi, dei briganti di qualsiasi tipo. La Torre si chiama anche Torre della Puerta, perché sormonta l’antica porta che sbarrava il passaggio agli incursori, è stata eretta a guardia e difesa dei villaggi del territorio di Muravera in epoca spagnola da cui il nome. Il cercare la difesa delle proprie genti è caratteristico della Sardegna, che come prima opposizione ai "saraceni” sceglievano di allontanarsi dal mare per costruire villaggi in collina: per Muravera il mare era troppo importante, la fonte di sostentamento dell’intera comunità e così hanno pensato di attrezzarsi in un modo articolato. Dice la storia che la torre era "già in funzione nel 1553; la Torre spagnola era presidiata da due "torrieri” della reale amministrazione e dieci cavalieri miliziani, dai quali prende il nome, che con i loro cavalli prontamente avvisavano la popolazione in caso di avvistamento di imbarcazioni saracene”. Un’organizzazione capillare, che ha impedito le razzie ed ha conservato la comunità coesa. Certo la torre, la sua manutenzione, il servizio annesso, era un costo per la cittadina, sostenuto a fatica, come spiegano i libri degli archivi cagliaritani, costi che erano sostenuti pure dai nobili feudatari. Ora la Torre non deve avvistare più nessuno se non, quando sarà il momento, i turisti e gli studiosi che ne vorranno riprendere gioioso possesso.